Indubbiamente, come fa notare il Whitehead, abbiamo l’abitudine di considerare la matematica una scienza ardua e comunque misteriosa, per tutti i simboli di cui si serve. D’altra parte l’introduzione della notazione araba ha segnato un progresso indiscutibile posto che anche una semplice divisione tra numeri interi era, in antico, una vera impresa.
Riguardo al simbolismo si potrebbe osservare che ogni disciplina ha il suo, e il profano si troverebbe davanti alle medesime difficoltà sia leggendo un testo filosofico o matematico che dovendo interpretare un brano musicale, qualora non conoscesse i termini o le notazioni tipici di tali discipline.
Nella tabella precedente osserviamo i simboli + e -. Ora sull’origine di questi simboli i pareri sono discordi; alcuni ritengono che la loro origine aia dovuta a segni che dei tedeschi fecero su casse depositate in magazzini per indicare un peso eccedente o non corrispondente. Comunque por certo vennero impiegati verso la seconda metà del 1500 e ne fa fede il libro dello Stifel, matematico tedesco, edito a Norimberga nel 1544.
Per maggiori notizie riguardanti la storia della matematica, rimandiamo il lettore al volume A short History of Matematics di W. R. Ball.
In ogni caso il sistema simbolico deve essere conciso al massimo. Risulta essere la ragione per la quale, ove possibile, si tende a omettere tutti i segni non indispensabili. Pensiamo alla moltiplicazione: il per si sostituisce con il puntino • o si omette del tutto.
Es.: 3 x a x b
3 • a • b
3ab
Non però con cifre: una cosa è scrivere 3 : 9 e un’altra 39.